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Posts Tagged ‘Le Ragnaie’

Il Sangiovese è un vitigno di grande espressività, che si traduce anche nella capacità di restituire con precisione le variazioni del territorio in cui sono coltivate le uve, oltre che le lavorazioni che gli sono impartite sia in vigna sia in cantina. Questa consapevolezza è ben radicata sia fra i produttori delle numerose denominazioni a cavallo della parte centrale dell’appennino che declinano la geografia del Sangiovese, sia fra gli appassionati che certamente percepiscono come vini diversi un Morellino e un Brunello, un Romagna Superiore e un Chianti Classico, un Rufina e un Montespertoli. Diversamente dal mio solito, ad un approccio più metodico questa volta ho preferito la traccia dei rapporti personali, che mi hanno portato a raccogliere uno vicino all’altro quattro Sangiovese di quattro amici. Un amico appassionato di degustazione che è diventato un produttore, due produttori che sono diventati amici di degustazione, un produttore che non conosco ancora portato in dono da un’amica di degustazione. Una specie di proprietà invariantiva del vino: cambiando l’ordine dei fattori, il risultato non cambia: il vino che una volta finito nel bicchiere si dimostra capace di esprimere personalità, storia e racconto, e di accarezzare i sensi con voluttà.

Rosso di Montalcino DOC 2018 – Le Ragnaie
E’ il vino di Riccardo Campinoti, che conobbi a Montalcino quindici anni fa in occasione di una degustazione fatta fra appassionati, lui fra questi, ospitata nella cantina del padre che lui avrebbe trasformato negli anni successivi, portandola a ricevere oggi punteggi fra i più alti in assoluto. Fra i racconti delle avventure rugbystiche di Riccardo e l’incrociarsi quasi da romanzo di Calvino delle voci dei personaggi provenienti da tutta Italia di quelle serate, uniti dalla passione per il vino nel bicchiere, è nata la realtà delle nuove Ragnaie, destinato a diventare uno dei nomi più importanti di Montalcino.

Chianti Classico DOCG 2017 – Cantina Ripoli
Francesco Sarri è stata una conoscenza posteriore. Lo incrociai sui social sette anni fa, mentre stava scrivendo la sceneggiatura di un film dedicato a Nino Galloni, dirigente ministeriale testimone di passaggi politici riservati e decisivi per la storia del nostro paese. Scoprimmo poi di avere in comune una grande passione per il vino, che lui ha avuto modo di mettere a frutto realizzando una piccola produzione di Chianti Classico di mano direi addirittura filologica. Ripoli è ancora un nome da iniziati, ma credo che troverà presto risonanza maggiore.

Toscana IGT Viceré 2013 – Gimonda
Elena dipinge con i pennarelli, dando agli studi compiuti a Brera una veste antiretorica, e lo stesso fa con il vino, saltando la tecnica, che pure conosce essendo risultata la seconda migliore diplomata del suo corso all’AIS di Roma, e lasciando che il vino e il suo istinto estetico si incontrino senza mediazioni. Una sera mi ha messo alla cieca nel bicchiere questo vino, sfidandomi a riconoscere cosa fosse, e io ho riconosciuto che era un vino particolarmente buono, con un carattere singolare. Non vedo l’ora di sentirlo di nuovo in un contesto diverso.

Ravenna IGT GS 2013 – Costa Archi
Gabriele Succi, romagnolo verace, lo stemma di famiglia sulle etichette, è uno dei pochi produttori che negli anni abbia avuto la voglia e il coraggio di confrontarsi con gli appassionati prima sui forum e poi sui social, da appassionato e da produttore. Insieme a quelli di Elisa Mazzavillani, che ha una storia simile, i suoi sono oggi a mio parere i Sangiovese di Romagna più consapevoli e riusciti di una denominazione ancora gravata da un’immagine periferica. Questo GS è il vino -anzi, il Sangiovese- che Gabriele avrebbe sempre voluto fare, e che si distacca per in maniera netta dal panorama romagnolo. Per quale motivo, sarà interessante verificarlo insieme.

Giovedì 5 maggio alle 21:15, in Piazza della Motta 4 a Varese.

La serata si terrà con un minimo di 8 partecipanti.

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